venerdì 27 gennaio 2012

Come si misura la radioattività?


La radioattività si misura in termini di disintegrazioni al secondo, vale a dire il numero di “trasformazioni” dei nuclei che avvengono in un secondo e ad ogni “trasformazione” è associata un'emissione di energia sotto forma di radiazione ionizzante. L'unità di misura utilizzata è il Bequerel, indicato con Bq. Se un nuclide, dove con nuclide indichiamo un gruppo di nuclei atomici con le stesse caratteristiche, aventi cioè lo stesso numero Z di protoni e lo stesso numero A di massa, ha un'attività di 1Bq vuol dire allora che esso è soggetto a 1 “trasformazione” ogni secondo. Le radiazioni ionizzanti sono rivelate da interazioni che si manifestano attraversando la materia e che variano a seconda del tipo di sostanza attraversata e da tipo di radiazioni, ovvero dal genere di particelle. Gli strumenti utliizzati per “misurare” le radiazioni vengono chiamati rivelatori. La scelta di un rivelatore dipende da diversi fattori quali: scopo della misura, tipo di radiazione ed energia in gioco, grandezza che si vuole misurare, intervallo di misura, esigenze di efficenza e risoluzione. Di solito i sistemi di rivelazione si dividono in due classi: sistemi attivi e sistemi passivi. I primi necessitano di alimentazione ed effettuano misure istantanee e integrate; fanno parte di questa categoria i rivelatori a stato solido, i contatori Geiger, i contatori proporzionali e le camere a ionizzano. I sistemi passivi come, i film radiografici, plastiche a tracce non sono alimentati durante il loro utilizzo e le misure sono solo integrate.


Per approfondire: 
http://www-3.unipv.it/webgiro/rdprtzn/ERP-S-Strument%20Stmp.pdf
http://it.wikipedia.org/wiki/Contatore_Geiger

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